La villa è stata la residenza dei conti Boschetti, una famiglia che ha legato la sua storia a San Cesario a partire dal 1367, quando il capitano Albertino Boschetti prese possesso del paese con il permesso degli Estensi. La giurisdizione dei Boschetti su San Cesario fu confermata da atti ufficiali sia degli Estensi che del Papato e durò sino al 1796, ma anche in seguito i conti mantennero a San Cesario vari possedimenti e la residenza. La villa venne edificata su alcune costruzioni preesistenti alla fine del ’700, epoca a cui risale anche il primo allestimento dell’area verde. Dell’originario giardino all’italiana, di dimensioni più contenute rispetto al parco attuale, non rimangono tracce, salvo una planimetria del 1817. A partire dal 1821, infatti, l’area venne trasformata secondo il gusto paesaggistico del parco all’inglese, che proprio in quel periodo cominciava ad affermarsi anche in Emilia; un sostenitore del nuovo stile era l’arciduca di Modena Francesco IV, che nel 1820 chiamò dall’Austria il giovane giardiniere e progettista Pietro Karl Hüller; tra i suoi primi interventi ci fu proprio la riorganizzazione, oggi in realtà non più leggibile, del parco di Villa Boschetti. Le caratteristiche del giardino ottocentesco sono ben rappresentate in una mappa della metà del XIX secolo: nella parte orientale del parco sopravvive l’impianto originario all’italiana, mentre tutta la zona meridionale è occupata da un bosco attraversato da sentieri che conducono ad alcuni piccoli specchi d’acqua. Nel ’900 l’assetto dell’area è stato ulteriormente modificato: si è perduta la presenza dell’acqua, di cui restano soltanto alcune canalizzazioni, e nella parte in precedenza occupata dal giardino all’italiana sono state eseguite nuove introduzioni di specie in gran parte esotiche (cedri, ippocastani, pioppi ibridi, tassi e, sul limite meridionale, una siepe di noccioli). La villa, acquisita insieme al parco dal Comune di San Cesario nei primi anni ’80, è tuttora interessata da un complesso intervento di recupero. L’ultimo traguardo, nell’aprile del 2009, è stata la riapertura della “café house”, un salottino affrescato di pianta ovale che si affaccia sul parco e che è stato destinato a presentazioni di libri, mostre e altre iniziative culturali.

Il parco di 2,5 ettari circa, in origine nato come giardino all’italiana, è caratterizzato da una fitta e varia copertura arborea, con esemplari di specie sia spoglianti sia sempreverdi. Prevalgono le specie spoglianti, molte delle quali appartenenti alla vegetazione autoctona tipica delle foreste planiziali (farnie, frassini, carpini bianchi, pioppi bianchi, aceri campestri, noccioli), alle quali si aggiungono specie ornamentali ed esotiche (tigli, platani, ippocastani); numerosi, tuttavia, sono anche i sempreverdi (tassi, magnolie, cipressi, pini e cedri). Nel vertice nord-occidentale dell’area verde si trovano due importanti edifici storici: la settecentesca villa Boschetti e, all’incrocio tra corso Vittorio Veneto e corso Libertà, la torre dell’Orologio e le vestigia, profondamente trasformate, della quattrocentesca Rocca.