A partire dal 1617, nei pressi della chiesa, sono attestate una serie di processioni per venerare un’immagine mariana ritenuta guaritrice e di miracolosa protezione. Si trattava di un affresco raffigurante la Madonna ausiliatrice eseguito in quei tempi dal pittore Pietro Paolo dell’Abate su richiesta del nobiluomo modenese Ortensio Molza.

Il dipinto riproduceva un’immagine trecentesca, essa stessa taumaturgica, rinvenuta tre anni prima al di sotto di un crollo d’intonaco nella chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna. Tra i miracoli operati dall’affresco modenese si contava anche la guarigione portentosa della pia duchessa Isabella di Savoia, madre del duca Francesco I d’Este.

Così nel 1617 il Vescovo decise di traslare l’immagine all’interno dell’antistante chiesa di San Giorgio, un’antica chiesa medievale, di cui si ha menzione dal 1189.

L’attuale chiesa, eretta a partire dal 1647, è attribuita all’architetto della corte ducale Gaspare Vigarani, coadiuvato da Cristoforo Malagola detto Il Galaverna. Nel 1685 venne poi progettata la facciata caratterizzata da nove statue in marmo raffiguranti: la Carità e la Fede sul portale; San Gregorio Papa e San Giorgio nelle nicchie; Re David e San Giuseppe a fianco dei contrafforti ricurvi di raccordo e la Madonna col Bambino alla sommità del timpano.

L’interno presenta tre cappelle (due laterali e una centrale) dove sono presenti le seguenti opere:

  • La cappella di destra, dedicata San Giuseppe, conserva una tela di Antonio Consetti (secolo XVIII) che raffigura un Angelo che rivela a San Giuseppe dormiente il mistero dell’Incarnazione.
  • L’altare maggiore, opera di Antonio Loraghi, è in marmi policromi e conserva la preziosa immagine della Madonna Ausiliatrice del popolo modenese. L’affresco, ora conosciuto come “Beata Vergine di San Giorgio”, o semplicemente “Beata Vergine del Popolo” è il vero e proprio “tesoro” della chiesa.
  • La terza cappella, dedicata a San Filippo Neri, si distingue grazie a un preziosissimo altare in marmo.

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