Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma di un aggregato seicentesco di numerosi edifici sorti a partire dall’epoca medievale. L’elemento unificante e ricorrente è il porticato a colonne marmoree realizzato a più riprese e completato nel 1825, rispettando il modulo originario adottato da Raffaele Rinaldi nel progetto secentesco.

Internamente al palazzo, sono visitabili le seguenti sale:

  • Il Camerino dei Confirmati è una sala decorata nel 1770 da Giuseppe Carbonari e Girolamo Vannulli. Vi è custodita la cosiddetta Secchia rapita, un secchio di legno, che ricorda ai modenesi la vittoria ottenuta contro i bolognesi nel 1325;
  • La Sala del Fuoco ha un grande camino cinquecentesco; si narra che da esso il popolo potesse prelevare le braci per attivare il proprio fuoco domestico o fosse utilizzato per le braci da donare ai commercianti che durante l’inverno vendevano in piazza le loro mercanzie. La sala è adorna dei dipinti di Nicolò dell’Abate eseguiti nel 1546;
  • La Sala del Vecchio Consiglio fu decorata da Bartolomeo Schedoni e da Ercole dell’Abate all’inizio del Seicento con soggetti riguardanti l’esaltazione del buon governo e dell’amore per la patria;
  • La Sala degli Arazzi è decorata da dipinti su tela settecenteschi simili ad arazzi, opera di Girolamo Vannulli;
  • La Sala dei Matrimoni presenta lo stemma di Modena sostenuto da due geni, dipinto da Francesco Vaccari nel 1767. Alle pareti vi sono dipinti di Adeodato Malatesta.

Nei pressi del palazzo, si trova la cosiddetta “preda ringadora” che è una grossa pietra squadrata dalla quale si arringava liberamente o il luogo delle esecuzioni e punizioni pubbliche.