La Rocca di Vignola è una struttura fortificata costruita con iniziale funzione difensiva e poi trasformata, in epoca rinascimentale, in sontuosa dimora. La costruzione della  Rocca si potrebbe attribuire o a Sant’Anselmo, abate di Nonantola, per aver maggior presidio sui territori limitrofi all’Abbazia oppure l’altra interpretazione è legata alla necessità di costruire una fortificazione sul fiume Panaro ove correva il confine tra Longobardi e Impero Romano d’Occidente. Tra le personalità di spicco che vi soggiornarono vi sono re Lotario e Matilde di Canossa. Dopo secoli di contese tra bolognesi e modenesi, è con la famiglia Contrari, investita del feudo dalla casa d’Este nel 1401, che la Rocca muta la sua funzione, trasformandosi in residenza nobiliare. Estinta la dinastia dei Contrari, la Rocca venne acquistata nel 1577 dalla famiglia Boncompagni. Nel corso dell’ottocento hanno trovato sede all’interno della Rocca: il Municipio, la Biblioteca e la Cassa di Risparmio di Vignola. Acquistata nel 1965 dalla Cassa di Risparmio di Vignola, è stata sottoposta ad un’accurata opera di restauro, che ha interessato sia le strutture architettoniche che gli affreschi, rendendola totalmente fruibile. 

La Rocca è strutturata su cinque piani:

  • il piano sotterraneo in cui trovano le sale dei Contrari e Grassoni utilizzate per convegni e concerti;
  • il piano terra è costituito dalle sale di rappresentanza, affrescate prima della metà del XV secolo, dette dei Leoni e dei Leopardi, delle Colombe e degli Anelli (che con le sue decorazioni simboleggia l’unione delle famiglie dei Contrari, degli Estensi e dei Visconti);
  • al primo piano sono collocate le stanze nobili: delle Dame, del Padiglione, degli Stemmi, dei Tronchi d’Albero, lo Studio di Uguccione e la Cappella, affrescata con preziosi cicli di pitture tardogotiche del “Maestro di Vignola”;
  • al secondo piano si aprono i locali utilizzati dalle truppe e dal personale di servizio dette Sale degli Armigeri;
  • l’ultimo piano è occupato dai camminamenti di ronda che percorrono l’edificio collegando tra loro le tre torri: di Nonantola (la più antica), delle Donne (utilizzata fino al XVII secolo per la reclusione delle donne ) e del Pennello (utilizzata come abitazione dal custode delle carceri).